La mia metodologia

AUTENTICITA’: voglio sottolineare l’importanza dell’autenticità e della genuinità, della trasparenza e della verità. Quanto più lo psicologo  sa essere se stesso, quanto più evita di nascondersi dietro il ruolo professionale o personale, tanto più il paziente è in grado di esprimersi e di iniziare il processo di ristrutturazione di sé e di crescita costruttiva della personalità.

ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA:  è la facoltà indispensabile per lo psicologo di accettare l’altro senza giudicarlo, rispettandolo come persona, considerandolo al di là dei suoi comportamenti manifesti. Accettazione incondizionata significa attendere, secondo i tempi ed i modi del paziente, il manifestarsi di ciò che esiste dietro gli eventuali scudi e le difese, con autentico rispetto . Non si tratta di “doverosa accettazione a scopo professionale”, ma di un rapporto genuino, autentico, di valorizzazione della persona .

COMPRENSIONE EMPATICA: Si chiama empatia l’atto con il quale lo psicologo esce da se stesso per comprendere qualcun altro senza, tuttavia, provare realmente le medesime emozioni dell’altro. Si tratta di “mettersi nei panni del paziente”, ossia di penetrare nel suo universo soggettivo pur mantenendo la propria individualità e la possibilità di essere obiettivi.

ASCOLTO ATTIVO: significa sintonizzarsi profondamente con lo stato emotivo dell’altro e lasciarsi coinvolgere e interrogare da quello che ci proviene da lui. Dal momento che le emozioni sono una diretta conseguenza del significato che la persona attribuisce alla realtà, posso dire che in questo senso ogni vero ascolto è un ascolto empatico.

Ascoltare in modo attivo significa “fare spazio dentro di me” per accogliere l’altro, ovvero accettare di farmi cambiare dal dialogo instaurato e far tacere me stesso per dare la precedenza al paziente.

La relazione d’aiuto è un incontro fra due persone una delle quali si trova in uno stato di sofferenza, conflitto o confusione rispetto a qualche cosa che deve affrontare e gestire, e un’altra persona che rispetto a tale situazione ha maggiore competenza.

Se fra queste due persone si stabilisce un contatto autentico, d’aiuto, è probabile che nella persona in difficoltà abbia inizio un qualche movimento di maturazione, apprendimento e chiarificazione, che la porterà a trovare in sé stessa risorse funzionali ad affrontare e risolvere in modo soddisfacente le proprie esigenze.

La principale finalità della relazione di aiuto è quella di restituire autonomia, un maggiore senso di dignità e autostima alla persona. L’aiuto, infatti, non consiste tanto nel proporre soluzioni e nell’eseguire complicati aggiustamenti terapeutici, quanto piuttosto nel togliere ostacoli (emozionali, cognitivi, di oggettivi impedimenti esterni) rendendo così possibile il dispiegarsi di energie/potenzialità che la persona possiede.